Mi sono imbattuto più volte in questa domanda: ma, per avere un sito web, è necessario aprire partita iva?
Oppure: è possibile vendere qualche servizio/prodotto tramite un sito internet senza essere titolari di partita iva?
Tenterò di rispondere alle domande e ai quesiti più comuni in questo articolo.
Ovviamente ricordo che non sono né un legale o un commercialista e le normative sono soggette a interpretazione.
Comunque ricordate una cosa “fondamentale”: al fisco interessa che ogni guadagno derivante dal proprio blog o sito web venga dichiarato e soggetto a tassazione.
Sito web e partita iva: è necessaria?
La premessa che bisogna porsi è la tipologia e le finalità del sito web che si vuole avviare.
Per semplificare possiamo suddividere in tre categorie principali:
Blog personale
Siti vetrina/informativi
E-commerce
Vedremo ora di approfondire, tipologia per tipologia, se è necessaria la partita iva o meno per questa tipologia di siti web.
PRESTAZIONE OCCASIONALE
Molte volte leggo affermazioni del tipo "per i guadagni inferiori ai 5.000€/anno basta la prestazione occasionale": FALSO!
Come dice il nome stesso, la prestazione "occasionale" deve nascere dall'occasionalità della situazione e non da una qualsiasi forma "pubblicitaria".
Realizzando o facendo sviluppare un sito web che, per sua natura, è accessibile 24h su 24h e 365 giorni all'anno, i guadagni che ne possono derivare diventano automaticamente "reddito d'impresa" con tutti gli obblighi che ne derivano: P.iva, tasse, INPS, ecc.
Potete trovare un interessante approfondimento/spiegazione sulle prestazioni occasionali in questa discussione sul forum Oscon.
Blog personale:
Prendiamo il tipico caso di chi vuole aprire un proprio blog: in linea di massima questo NON comporta automaticamente la necessità di aprire partita iva.
Se sono appassionato, ad esempio, di un hobby e voglio scrivere, creare delle guide online, pubblicare delle fotografie riguardanti l’argomento questo non comporta alcuna necessità di avere una partita iva attiva.
La situazione cambia quando voglio monetizzare attraverso il blog:
- Scrivo il blog con continuità “editoriale” rischiando di essere visto dal fisco come testata giornalistica (assurdo ma…possibile per lo stato italiano!!!).
- Utilizzo il blog per presentare dei servizi tipicamente professionali/artigianali/commerciali invitando, ad esempio, all’acquisto.
- Vado a inserire delle campagne pubblicitarie tipo Google ads e affini.
Sito vetrina/informativo:
I siti “vetrina” nascono, solitamente, con l’intento di presentare “qualcosa”.
Normalmente vengono utilizzati in ambito professionale o aziendale al fine di presentare propri prodotti o servizi.
Viene da se che, una tipologia di questo genere, ha necessità di partiva iva in quanto, il fine ultimo, è quello della ricerca di clienti.
Discorso leggermente diverso per un sito “informativo”: se tale sito offre meramente… Informazioni (scusate il gioco di parole) su un luogo, un materiale, un evento o comunque senza scopo di lucro/guadagno/ricerca clienti la p.iva non è necessaria.
E-commerce:
La situazione è “semplice”: in caso di e-commerce è totalmente, indiscutibilmente e assolutamente necessario avere p.iva oltre a iscrizione alla camera di commercio e all’INPS come “commerciante” (con i relativi fissi annuali anche in caso di mancati guadagni…).
In questo articolo di Max Valle (un validissimo consulente aziendale) troverete una dettagliata panoramica di cosa prevede la normativa italiana per aprire un e-commerce.
Il caso "artisti" e la cessione diritti d'autore:
Merita attenzione un caso “particolare”: la cessione dei diritti d’autore.
Situazione disciplinata dagli articoli 2575-2583 del codice civile e dalla legge speciale n. 633/194: grazie a questa norma le cessioni del diritto d’autore non viene considerata una “prestazione di servizi”.
Viene da se che, un’ artista, può avere un proprio sito web per presentare le sue “opere” per poi cederne i diritti.
Ricapitolando:
Devo avere partita iva se:
- Il sito è un e-commerce.
- Offro servizi professionali / artigianali.
- Ricerco nuovi possibili clienti.
- Nel mio sito è presente Google AdSense o altra piattaforma pubblicitaria che mi genera reddito (anche minimo).
Non è obbligatoria partita iva se:
- Ho un blog personale che non ha monetizzazione e non presento servizi tipicamente professionali/artigianali/commerciali.
- Ho un sito meramente informativo senza scopo di lucro/guadagno/ricerca clienti riguardante, ad esempio, un luogo, un materiale, un evento, ecc.
- Sono un artista e voglio presentare le mie opere al fine di cederne i diritti d'autore.
ATTENZIONE AI SOCIAL NETWORK!
Le raccomandazioni fin qui esposte facendo riferimento a un proprio sito web restano valide anche per pagine Facebook, profili sui vari social, ecc.
Se vado ad aprire un qualsiasi "spazio web" sfruttandolo per la ricerca attiva di clienti e per offrire prodotti e/o servizi si "ricade" comunque nell'obbligo di partita iva.
Ovviamente la materia è piuttosto complessa e inviterei coloro che hanno dubbi a rivolgersi a un commercialista che conosca la materia.
Prendete questo articolo come “spunto” e diffidate da coloro che sostengono di poter fare qualsiasi cosa online “perché basta non superare i 5.000€”.
Se qualcuno decidesse di aprire un nuovo social network (idea ambiziosa :-)) ed inizialmente non avere alcuna politica monetizzazione e senza collaborazioni commerciali è necessaria una partita IVA?
Aprire un nuovo social network senza alcuna politica di monetizzazione e senza collaborazioni commerciali potrebbe non richiedere immediatamente una partita IVA. Tuttavia, ci sono alcune considerazioni importanti da fare:
Forma giuridica dell’attività: Anche se inizialmente non ci sono entrate, è comunque consigliabile pensare a lungo termine e considerare la costituzione di una società piuttosto che intestare tutto a una persona fisica o a una ditta individuale. Questo offre una protezione legale migliore e può aiutare nella gestione delle responsabilità.
Aspetti legali e fiscali: Anche senza monetizzazione iniziale, la gestione di un social network comporta responsabilità legali, come la protezione dei dati degli utenti e la conformità alle normative sulla privacy (come il GDPR in Europa). Avere una società costituita può facilitare la gestione di questi aspetti legali e offrire una maggiore protezione personale.
Scaricare le spese: I costi per mantenere un social network, come i server, possono essere significativi. Costituire una società permette di scaricare le spese e gestire meglio i costi operativi. Questo è particolarmente rilevante dato che l’hosting condiviso economico non è adeguato per un progetto di questa portata.
Credibilità e crescita futura: Avere una struttura aziendale formalizzata sin dall’inizio può conferire maggiore credibilità al progetto e facilitare l’accesso a finanziamenti, collaborazioni e partnership future. Inoltre, una società può essere più attraente per potenziali investitori rispetto a una ditta individuale.
In sintesi, sebbene non sia strettamente necessario avere una partita IVA per avviare un social network senza scopo di lucro e senza entrate commerciali, è altamente consigliabile costituire una società per proteggere te stesso e il progetto, gestire meglio le spese e prepararti per future opportunità di crescita. Consultare un commercialista o un esperto fiscale potrebbe essere utile per una valutazione più precisa e personalizzata in base alla tua situazione specifica.
Buongiorno,
vorrei creare un sito web che offre un servizio a pagamento. L’idea è che su un utente vuole utilizzare quel servizio deve pagare, è possibile farlo senza partita IVA? Ti ringrazio in anticipo per la disponibilità 🙂
Michele
Direi proprio di no, si tratta di attività continuativa per tanto verrebbe vista come “reddito d’impresa”.
Sono una scrittrice emergente, ho iniziato con il selfpublishing come puoi immaginare I guadagni sono così irrisori da non aver avuto necessità di aprire partita Iva. Mi hanno consigliato di aprire un sito web vetrina e se lo ritengo opportuno un blog pwr crearmi “un immagine” questo mi obbligato ad aprire partita Iva?
Salve, sono una dipendente pubblico, per passione ho fatto degli studi come tanatologa culturale e celebro cerimonie laiche di commiato (funerali).
Essendo dipendente pubblico non posso avere partita iva (a meno che non sia in part time 50%) però vorrei aprire un sito per fare informazione sulle tematiche del fine vita e sulla ritualità laica.
Vengo contattata da privati e da imprese funebri per celebrare le cerimonie di commiato ed emetto ricevuta per prestazione occasionale.
Posso avere il sito internet a mio nome senza partita iva?
Grazie
Situazione molto “particolare”… se si impostasse tutto “a mò” di blog credo che si possa affrontare il discorso anche limitandosi al codice fiscale ma non si potrà inserire nulla di tipicamente “aziendale” come elenco servizi, “contattami per un preventivo” o roba simile…
Di sicuro chiederei una consulenza specifica ad un legale o commercialista esperto.
Grazie mille. Seguirò il tuo consiglio
Salve, posso aprire una pagina web per promuovere la mia casa vacanza con codice fiscale o devo avere necessariamente partita iva? Grazie per il gentile riscontro
Beh per una propria casa vacanze si, è una attività che è possibile anche senza p.iva…
Ovvio se si tratta di una propria casa e non si gestiscono immobili conto terzi.
Buongiorno, grazie per le informazioni. Io sono un dipendente con normale busta paga, allo stesso tempo sono anche un Personal Trainer certificato Coni. Se volessi costruire un piccolo sito informativo, ed allo stesso tempo pubblicizzare la mia professione per attirare clienti al fine di trarre profitto, dichiarando eventuali guadagni all’Agenzia delle Entrate, devo avere una partita iva, o ci sono procedure particolari dalla quale si può fare a meno di quest’ultima, pur dichiarando gli eventuali guadagni.
Grazie anticipatamente
Sicuramente sarebbe una domanda da porre più a un commercialista che a me ^^
Comunque mi risulta che, nel caso specifico, sia necessaria la partita iva.
Grazie per la gentile risposta
Grazie mille per le informazioni. Io sono residente all’estero e iscritto all’AIRE. Voglio aprire un blog italiano che verrebbe monetizzato tramite annunci e affiliazioni con prodotti. Dovrei aprire una partita IVA italiana o posso creare un azienda nel mio paese di residenza per fini di tassazione? Grazie in anticipo
Fermo restando che sarebbe più materia fiscale ma presumo proprio che debba sottostare a quanto prevede la normativa del paese dove risiede. (Magari non è nemmeno necessaria la p.iva)
Buongiorno.
In riferimento all’ultima sezione e cioè “il caso artisti” vorrei esser sicura di aver capito bene.
Comprende anche un illustratore o concept artist che ha appena finito la relativa scuola professionale e mette on line un sito con il proprio portfolio, curriculum, competenze, esperienze pregresse e modulo di contatto?
Grazie.
Precisiamo che ci vorrebbe la consulenza di un (bravo) commercialista e che in Italia tutto va a ‘interpretazione”…
A mio parere potrebbe effettivamente rientrare in quei casi particolari della cessione dei diritti d’autore per gli artisti.
Sono una scrittrice emergente, ho iniziato con il selfpublishing come puoi immaginare I guadagni sono così irrisori da non aver avuto necessità di aprire partita Iva. Mi hanno consigliato di aprire un sito web vetrina e se lo ritengo opportuno un blog pwr crearmi “un immagine” questo mi obbligato ad aprire partita Iva?
Buongiorno vorrei chiedere come posso vendere oggetti che ho in casa ,vintage di ogni genere. Posso aprire un sito web per presentare tutti i miei oggetti.?
A mio modesto parere no, si tratterebbe appieno di un e-commerce.